sabato 10 ottobre 2009

Arte moderna e contemporanea in fiera

Dal 9 ottobre al 12 a Brescia al polo fieristico l'arte moderna e contemporanea è in mostra, molti artisti in uno spazio veramente ben organizzato, c'è anche la oossibilità di incontrare gli artisti crreatori delle opere in mostra.
Sul sito ArteBrescia c'è anche la possibilità di richiedere due ingressi omaggio per visitare la fiera gratis, una ghiotta occasione a costo zero.
Da non perdere!

mercoledì 7 ottobre 2009

Riflessione su esempi di cinema come opera aperta Parte 2 Quentin Tarantino: regista di opere aperte


Un altro regista, a distanza di anni da Welles, concepirà il cinema come opera aperta e fruibile in maniera personale, Quentin Tarantino. Esempio di questa concezione è la pellicola Pulp Fiction , in essa lo spettatore vede le storie dei molteplici protagonisti intrecciarsi e sfiorarsi nell’arco di tre giorni, ma ne ha la consapevolezza solo alla fine quando si chiude il cerchio nel ristornate.


Se si smonta il complicato puzzle di Pulp Fiction e lo si rimonta secondo la reale cronologia degli avvenimenti, ecco il film che ne risulterebbe(i numeri tra parentesi indicano la progressione vissuta dallo spettatore):
PRIMO GIORNO. Vincent Vega e Jules Winnfield, due gangster azzimati, parlano allegramente del più e del meno (gli hashish bar di Amsterdam, il cheeseburger che in Francia chiamano Royale e il massaggio ai piedi), mentre compiono la loro missione: recuperare una misteriosa valigetta per conto del boss Marsellus Wallace (2). Uccidono tre inesperti criminali, malgrado uno di loro, nascosto in bagno, gli scarichi addosso un intero caricatore senza colpirli. Jules pensa che sia un miracolo e dice che cambierà vita (13). In macchina Vincent spara per sbaglio al loro ostaggio (14) e si devono perciò rifugiare a casa dell'amico Jimmie (15). Marsellus gli spedisce il Signor Wolf, "risolutore di problemi": fa ripulire la macchina da sangue e pezzi di cervello prima di portarla dallo sfasciacarrozze li riveste con tshirt e bermuda freschi del bucato di Jimmie (16). Vincent e Jules vanno a fare colazione. Zucchino e Coniglietta, una coppia di balordi, stufi di gioiellerie e negozi di liquori, decidono proprio in quel momento di provare l'ebbrezza di rapinare un ristorante (1). Jules, ormai redento, invece di uccidere quei rapinatori da strapazzo gli regala 1500 dollari (17). Poi Vincent, va a consegnare la valigetta a Marsellus, che sta convincendo il puglie Butch Coolige a vendere il suo prossimo incontro, finendo ko alla quinta ripresa (3). La sera Vincent compra eroina dal suo amico Lance e poi porta a cena Mia Wallace, la moglie di Marsellus, secondo il desiderio del capo. Vincono anche una gara di twist, prima che lei finisca in overdose, scambiando l'eroina per cocaina. Vincent corre a casa di Lance e la salva con un'iniezione di adrenalina (5).
SECONDO GIORNO. Arriva la sera del match e Butch non sta ai patti: vince, dopo aver scommesso su se stesso (7). Sul taxi su cui scappa apprende che il suo avversario è morto (8). Raggiunge un motel in cui lo aspetta Fabienne, la sua fidanzata (10).
TERZO GIORNO. La mattina Butch cerca invano il prezioso orologio di famiglia, passato di generazione in generazione. Gliel'ha riportato dal Vietnam un capitano, secondo l'ultimo desiderio del padre: lui ha sognato la scena prima del match (6). Fabienne ha dimenticato di metterlo in valigia, deve tornare a casa a prenderlo. Nell'appartamento trova Vincent (9) e riesce ad ucciderlo. In strada incappa in Marsellus (che sta sostituendo personalmente Jules che si è ritirato, ed è andato a prendere un caffè per se e Vincent) che lo insegue. Finiscono in un monte dei pegni dove vengono imprigionati in uno scantinato sadomaso e seviziati. Butch invece di scappare salva Marsellus e in cambio ottiene la "pace", a patto che sparisca dalla città. E che non racconti mai che ha visto un poliziotto sodomizzarlo (11). Con la moto di Zed il violentatore, e l'orologio in tasca, Butch passa a prendere Fabienne per poi raggiungere la stazione (12).

Se lo spettatore visionasse la pellicola seguendo quest’ordine cronologico il film ne perderebbe, infatti la storia sembrerebbe più "normale" e meno vorticosa. Ciò che aggiunge pathos è proprio il ritmo disorientante del film che porta lo spettatore al coinvolgimento.

Kill Bill opera aperta

La stessa struttura complessa di flashback e intrecci è presente nel doppio film Kill Bill, in cui vengono mischiati flashback rispetto, non solo all’evento che ha generato la rabbia di The Bride (il pestaggio alla cappella dei due pini), ma anche precedenti ad esso (l’addestramento con Pai Mei). Inoltre la possibilità introdotta dal Dvd di ragionare per capitoli consente al fruitore di avere a che fare con un’opera aperta che può rimontare a piacimento decidendo di seguire un filone piuttosto che un altro.

L'intera storia è divisa in dieci capitoli, cinque per film.
In ordine di apparizione:
• Capitolo 1: "2"
• Capitolo 2: La sposa imbrattata di sangue
• Capitolo 3: Le origini di O-Ren
• Capitolo 4: L'uomo di Okinawa
• Capitolo 5: Resa dei Conti alla Casa delle Foglie Blu
• Capitolo 6: Massacro ai Due Pini
• Capitolo 7: La tomba solitaria di Paula Schultz
• Capitolo 8: I crudeli insegnamenti di Pai Mei
• Capitolo 9: Elle e Io
• Capitolo 10: Faccia a faccia

In ordine cronologico:
• Capitolo 3: Le origini di O-Ren
• Capitolo 8: I crudeli insegnamenti di Pai Mei
• Capitolo 6: Massacro ai Due Pini
• Capitolo 2: La sposa imbrattata di sangue
• Capitolo 4: L'uomo di Okinawa
• Capitolo 5: Resa dei Conti alla Casa delle Foglie Blu
• Capitolo 1: "2"
• Capitolo 7: La tomba solitaria di Paula Schultz
• Capitolo 9: Elle ed io
• Capitolo 10: Faccia a faccia

Altra particolarità di Trantino è quella di concepire i suoi film come opere soggette a sempre nuove manipolazioni, infatti il secondo capitolo non è un sequel ma la vera e propria seconda parte, il soggetto era nato nel 1994 e da allora aveva sempre più preso corpo fino a diventare appunto una pellicola di 4 ore la cui separazione fu imposta dalla casa di produzione.

L’opera è aperta non solo dal punto di vista della pellicola realizzata, ma anche per le innumerevoli possibilità di prequel e sequel che presenta, alcune suggerite dalla trama (il regolamento di conti fra the Bride e Nikki) e altre introdotte dalla possibilità di sfruttare la molteplicità di linguaggi che la pellicola utilizza (l’anime con la storia di O-Ren).

Tarantino inoltre ha concepito quest’opera in stretta connessione con l’audience che si sarebbe trovato davanti, infatti compie delle scelte stilistiche e di montaggio differenti a seconda del mercato a cui la pellicola sarebbe stata destinata. Distingue quindi tra la versione destinata al mercato occidentale e quella per il mercato asiatico. La versione orientale risulta quindi più splatter e violenta e contiene alcune scene inedite omesse nella versione destinata al pubblico occidentale. Nella versione asiatica, il film non si apre con "L'Old Klingon Proverb" ("revenge is a dish best served cold") ma con una dedica al regista giapponese Kinji Fukasaku scomparso nel 2003. La differenza più importante tra la versione orientale e quella internazionale sta senza ombra di dubbio nel fatto che lo scontro tra la Sposa e i Crazy 88 viene mostrato interamente a colori, invece che in bianco e nero.

martedì 6 ottobre 2009

Riflessione su esempi di cinema come opera aperta Parte 2 Il quarto potere de La guerra dei mondi, prima di Citizen Kane



Interessante è lo stimolo contenuto in Synopsis, infatti Orson Welles, protagonista dello sceneggiato radiofonico, debutterà come regista del lungometraggio Quarto potere il cui cardine è proprio la riflessione sul potere sociale e politico che i nuovi media. Vi è quindi un ponte tra l’opera radiofonica, che mostra gli effetti del quarto potere in tutta la sua violenta reazione e la riflessione sociologica del film.

Quarto potere: definizione sociologica
Si usa denominare quarto potere la capacità dei mass media di influenzare le opinioni e le scelte dell'elettorato. È questo un uso metaforico del termine potere, ispirato alla teoria giuridica della separazione dei poteri dello stato.
Il concetto emerse con la diffusione della stampa e l'enorme diffusione della televisione, che è diventata l'unica fonte di informazione per la stragrande maggioranza della popolazione dei paesi democratici, ha reso ancora più attuale il problema del riconoscimento costituzionale.
I rischi principali per la democrazia in seguito ad un uso improprio di questo potere, sono costituiti dal controllo politico dei mezzi di informazione e dall'accentramento di essi nelle mani di un ristretto gruppo di persone. In questi due casi infatti, considerando che coloro che controllano i media tendono in genere a filtrare le informazioni che sono in contrasto con i propri interessi, si avrebbe una mancanza di pluralismo, e si ostacolerebbe quindi la possibilità dei cittadini-elettori di formarsi delle opinioni informate e di attuare delle scelte informate.

Citizen Kane: lo spettatore è protagonista
Quarto potere è il primo lungometraggio diretto da Orson Welles. Liberamente ispirato alla vita del magnate statunitense William Randolph Hearst, uscì nelle sale il 1º maggio 1941. Quarto Potere è considerato uno dei migliori film della storia del cinema. Quarto potere fu una pietra miliare anche per la forza con la quale sottolinea la centralità del regista, "autore" nel senso pieno del termine, rispetto all'allora dominante studio system. Il film narra la vita del magnate della stampa Charles Foster Kane incapace di amare se non "solo alle sue condizioni", con la conseguenza del vuoto attorno a sé rimanendo così solo all'interno della sua gigantesca residenza (Xanadu), dove muore abbandonato da tutti.
Welles, servendosi di una sequenza di flashback mostra i frammenti della vita del magnate, quasi fossero i pezzi di un gigantesco puzzle. Allo spettatore è lasciato il compito di ricomporre - in tutta la sua complessità - la personalità di Charles Foster Kane. Ma si tratta di uno sforzo vano, poiché i frammenti della vita di Kane non permettono di comprenderne l'intima essenza, se non a chi fu testimone dell'unico fatto - di fondamentale importanza - che determinò il trauma di Kane: l'allontanamento dai genitori, fortemente voluto dalla madre allo scopo di affidarlo alla tutela di un uomo d'affari, incaricato di amministrare la sua smisurata eredità. Kane, giovanissimo erede di una colossale fortuna, venne così strappato al suo mondo d'infanzia. Da adulto concepirà l'amore come possesso, non come dono, e ciò lo condurrà inesorabilmente alla disperazione e all'isolamento.
Welles realizza così un’opera aperta che chiama il pubblico non solo a riflettere su se stesso e sui meccanismi che i mass media attuano, ma coinvolge lo spettatore nel tentativo di ricostruire la figura di Kane fornendo allo spettatore tutti i “pezzi” necessari per risolvere l’intricato rompicapo, ma sta appunto al fruitore trovare la composizione giusta. Questa volontà del regista è mostrata anche attraverso scelte stilistiche come l’utilizzazione sistematica della profondità di campo attraverso la quale lo spettatore è più responsabilizzato, sta a lui scegliere l'elemento sul quale porre l'attenzione. Nel caso del montaggio classico, viceversa, lo spettatore si limita a seguire la guida dell’autore, che decide per lui ciò che è necessario vedere. Quarto potere segna invece un nuovo corso nella storia del cinema, modificando non solo le strutture del linguaggio cinematografico, ma anche i rapporti tra lo spettatore e l’immagine. Se il cinema classico propone una verità univoca, una verità comoda, per cui non c’è alcun bisogno di scomodarsi, nel cinema moderno lo spettatore è esposto ad un sistema polisemico e incompleto, dove tutto non è già stato stabilito. Lo spettatore non si limita a contemplare, ma diventa attore, influisce sul funzionamento del sistema, o quantomeno è consapevole del ruolo che potrebbe avere.

lunedì 5 ottobre 2009

La Guerra dei mondi Riflessione su esempi di cinema come opera aperta Parte 1

Questo post è il primo di una serie che conterranno la tesina preparata per l'esame di estetica, mi è piacito molto scriverla ma non è stata molto calcolata dalla docente quindi ora mi prendo la rivincita, ecco un altro scopo del blog!

La guerra dei mondi: Il Romanzo
The War of the Worlds è un romanzo di Herbert George Wells; pubblicato originariamente a Londra nel 1897, considerato come uno dei primi romanzi del genere fantascientifico ne è probabilmente il suo più famoso. Nel romanzo la Terra viene sconvolta dall'arrivo dei Marziani, che arrivano sul nostro pianeta grazie a navicelle cilindriche che atterrano in sequenza vicino Londra. I tentativi di comunicare con gli alieni si rivelano inutili e dannosi, visto che gli umani vengono inceneriti da raggi di calore provenienti dal cratere. Presto i Marziani assemblano macchine da combattimento a tre gambe, con le quali cominciano ad assaltare le comunità circostanti il luogo del loro arrivo. La resistenza degli umani viene presto annichilita e in tre settimane i Marziani prendono possesso dell'Inghilterra meridionale, sfruttando gli umani e servendosene come cibo. Gli invasori tuttavia si rivelano sensibili alle malattie terrestri per le quali non hanno agenti immunitari e muoiono lasciando le città distrutte e la popolazione decimata. L'intera vicenda è narrata in prima persona da un narratore, che rimarrà sempre anonimo. Il libro è un’opera particolare che lascia spazio ad un finale alternativo, infatti uno dei personaggi ipotizza che i Marziani, invece di soccombere alle malattie, sopravvivono e dominano la Terra per generazioni. Gli umani presto si adattano alla condizione di "animali domestici" specialmente le classi come i borghesi, ma un nucleo di valorosi resiste e si adatta a vivere in libertà nelle fognature, come topi. Col passare delle generazioni, i ribelli acquisiranno le capacità per costruire le armi dei Marziani e saranno pronti per dare guerra agli alieni e riconquistare la Terra. La partecipazione con cui è scritto questo finale fa intuire che l'autore ha contemplato la possibilità di usare effettivamente questo finale.
L’opera è quindi rivoluzionaria non solo per il suo contenuto, un’invasione aliena dettagliatamente descritta, ma per la possibilità di un finale alternativo così ben descritto che pone il lettore nella posizione di immaginare nuovi scenari possibili.

La guerra dei mondi: la trasmissione radiofonica
Il 30 ottobre 1938, il ventiquattrenne Orson Welles interpretò all'interno della trasmissione Mercury Theatre on the Air, trasmissione settimanale in cui venivano proposte letture di romanzi celebri, un adattamento radiofonico del romanzo di fantascienza La guerra dei mondi di Herbert George Wells. Tale trasmissione è rimasta celebre per aver scatenato il panico negli Stati Uniti: molti ascoltatori non si accorsero, infatti, che si trattava di una finzione, e credettero che la Terra stesse realmente subendo lo sbarco di una flotta di bellicose astronavi marziane.
Welles non aveva previsto quelle che sarebbero state le reazioni del suo pubblico; non aveva nessuna intenzione di fare uno scherzo, come talvolta si crede, tanto è vero che sia all'inizio della trasmissione che alla sua conclusione venne chiaramente detto che avevano trasmesso l'adattamento radiofonico del romanzo di Wells. Al suo interno però si fece di tutto per renderlo verosimile. L'adattamento del romanzo, infatti, simulava un notiziario speciale che a tratti si inseriva sopra gli altri programmi del palinsesto per fornire aggiornamenti sull'atterraggio di astronavi marziane a Grovers Mill, nel New Jersey. La reazione del pubblico fu quella di un incontrollato panico che si riversò nelle strade e fu caratterizzato da numerose chiamate a polizia e esercito. L’isterismo collettivo scatenato dallo sceneggiato non si placò neppure dopo gli innumerevoli comunicati della radio che sottolineavano, come già fatto in precedenza, la non realtà dell’evento, l’agitazione rientrò solo il mattino seguente con la comparsa della smentita sui giornali.
L’opera di Welles, nella sua forma ambigua rappresenta un’opera aperta in cui il confine tra reale e finzione è così labile da generare panico, e l’apertura si identifica nell’azione del pubblico che completa l’opera con le sue emozioni, tutto grazie al mezzo radiofonico. Infatti l’utilizzo del media che consente la messa in onda in diretta fa ciò che il libro suggerisce solo. Se nel romanzo il fruitore è chiamato a immaginare il finale alternativo, qui il pubblico è chiamato a partecipare all’opera in presa diretta.

La guerra dei mondi: il film di Spielberg
La guerra dei mondi è un film di fantascienza del 2005, diretto da Steven Spielberg ed basato sull'omonimo romanzo di H. G. Wells e l'adattamento radiofonico di Orson Welles, nonché remake del film di Byron Askin. Il film è essenzialmente fedele al romanzo, sia dal punto di vista contenutistico che dal punto di vista descrittivo dell’aspetto degli alieni e dell’invasione marziana. Ciò che cambia è l’adattamento sociale, presente è lo spettro degli attacchi terroristici dell’11 settembre e i cambiamenti sociali e familiari che turbano il protagonista. La guerra dei mondi, nel suo adattamento radiofonico del 1938 e nella sua versione cinematografica del 2005, costituiscono efficace metafora di due momenti cruciali della storia: l'imminente aggressione nazista, con la seconda guerra mondiale, il terrorismo globale di matrice islamica. Non è un caso se, all'inizio del film, Robbie, figlio di Ray, chiede al padre con ansia se sono sotto un attacco terroristico. La stessa emersione delle astronavi aliene dal sottosuolo e lo sgomento e il terrore che suscita può essere letta come metafora della scoperta di un terrorismo insabbiato e incistato nel sottofondo delle società occidentali, che si risveglia.
Il film è impressionante dal punto di vista del coinvolgimento visivo, grazie ad effetti speciali imponenti, ma nonostante la tecnica a disposizione e il regista d’esperienza e fama riconosciuta, l’opera non riesce ad avvicinarsi né al romanzo né alla trasmissione radiofonica. È un’opera chiusa con un finale particolarmente netto e consolatorio, inoltre è prvo di quella dimensione di critica sociale che conteneva il romanzo di Wells.

La guerra dei mondi da opera aperta a opera chiusa
Il romanzo di Wells rappresenta quindi il tentativo da parte dell’autore di profilare un’altra realtà immaginabile all’interno del libro, e quindi lascia aperta la possibilità al fruitore dell’opera di immaginare come sarebbe stato il romanzo se i marziani non fossero morti a causa dei virus. Questa dimensione di apertura non viene considerata nel film di Spielberg, che è un adattamento esteticamente fedele del romanzo, ma totalmente mancante di questa dimensione di libertà d’immaginazione da parte dello spettatore. Paradossalmente la forma cinematografica che dovrebbe stimolare l’immaginazione del fruitore mostra una confezione esteticamente attraente ma poco coinvolgente. Coinvolgimento che invece è cardine dell’ opera di Welles che con la sua trasmissione radiofonica coinvolse milioni di persone in una grandiosa opera aperta in cui il pathos dell’attore diviene il pathos dell’ascoltatore, in cui l’irreale diviene più reale del reale.