lunedì 5 ottobre 2009

La Guerra dei mondi Riflessione su esempi di cinema come opera aperta Parte 1

Questo post è il primo di una serie che conterranno la tesina preparata per l'esame di estetica, mi è piacito molto scriverla ma non è stata molto calcolata dalla docente quindi ora mi prendo la rivincita, ecco un altro scopo del blog!

La guerra dei mondi: Il Romanzo
The War of the Worlds è un romanzo di Herbert George Wells; pubblicato originariamente a Londra nel 1897, considerato come uno dei primi romanzi del genere fantascientifico ne è probabilmente il suo più famoso. Nel romanzo la Terra viene sconvolta dall'arrivo dei Marziani, che arrivano sul nostro pianeta grazie a navicelle cilindriche che atterrano in sequenza vicino Londra. I tentativi di comunicare con gli alieni si rivelano inutili e dannosi, visto che gli umani vengono inceneriti da raggi di calore provenienti dal cratere. Presto i Marziani assemblano macchine da combattimento a tre gambe, con le quali cominciano ad assaltare le comunità circostanti il luogo del loro arrivo. La resistenza degli umani viene presto annichilita e in tre settimane i Marziani prendono possesso dell'Inghilterra meridionale, sfruttando gli umani e servendosene come cibo. Gli invasori tuttavia si rivelano sensibili alle malattie terrestri per le quali non hanno agenti immunitari e muoiono lasciando le città distrutte e la popolazione decimata. L'intera vicenda è narrata in prima persona da un narratore, che rimarrà sempre anonimo. Il libro è un’opera particolare che lascia spazio ad un finale alternativo, infatti uno dei personaggi ipotizza che i Marziani, invece di soccombere alle malattie, sopravvivono e dominano la Terra per generazioni. Gli umani presto si adattano alla condizione di "animali domestici" specialmente le classi come i borghesi, ma un nucleo di valorosi resiste e si adatta a vivere in libertà nelle fognature, come topi. Col passare delle generazioni, i ribelli acquisiranno le capacità per costruire le armi dei Marziani e saranno pronti per dare guerra agli alieni e riconquistare la Terra. La partecipazione con cui è scritto questo finale fa intuire che l'autore ha contemplato la possibilità di usare effettivamente questo finale.
L’opera è quindi rivoluzionaria non solo per il suo contenuto, un’invasione aliena dettagliatamente descritta, ma per la possibilità di un finale alternativo così ben descritto che pone il lettore nella posizione di immaginare nuovi scenari possibili.

La guerra dei mondi: la trasmissione radiofonica
Il 30 ottobre 1938, il ventiquattrenne Orson Welles interpretò all'interno della trasmissione Mercury Theatre on the Air, trasmissione settimanale in cui venivano proposte letture di romanzi celebri, un adattamento radiofonico del romanzo di fantascienza La guerra dei mondi di Herbert George Wells. Tale trasmissione è rimasta celebre per aver scatenato il panico negli Stati Uniti: molti ascoltatori non si accorsero, infatti, che si trattava di una finzione, e credettero che la Terra stesse realmente subendo lo sbarco di una flotta di bellicose astronavi marziane.
Welles non aveva previsto quelle che sarebbero state le reazioni del suo pubblico; non aveva nessuna intenzione di fare uno scherzo, come talvolta si crede, tanto è vero che sia all'inizio della trasmissione che alla sua conclusione venne chiaramente detto che avevano trasmesso l'adattamento radiofonico del romanzo di Wells. Al suo interno però si fece di tutto per renderlo verosimile. L'adattamento del romanzo, infatti, simulava un notiziario speciale che a tratti si inseriva sopra gli altri programmi del palinsesto per fornire aggiornamenti sull'atterraggio di astronavi marziane a Grovers Mill, nel New Jersey. La reazione del pubblico fu quella di un incontrollato panico che si riversò nelle strade e fu caratterizzato da numerose chiamate a polizia e esercito. L’isterismo collettivo scatenato dallo sceneggiato non si placò neppure dopo gli innumerevoli comunicati della radio che sottolineavano, come già fatto in precedenza, la non realtà dell’evento, l’agitazione rientrò solo il mattino seguente con la comparsa della smentita sui giornali.
L’opera di Welles, nella sua forma ambigua rappresenta un’opera aperta in cui il confine tra reale e finzione è così labile da generare panico, e l’apertura si identifica nell’azione del pubblico che completa l’opera con le sue emozioni, tutto grazie al mezzo radiofonico. Infatti l’utilizzo del media che consente la messa in onda in diretta fa ciò che il libro suggerisce solo. Se nel romanzo il fruitore è chiamato a immaginare il finale alternativo, qui il pubblico è chiamato a partecipare all’opera in presa diretta.

La guerra dei mondi: il film di Spielberg
La guerra dei mondi è un film di fantascienza del 2005, diretto da Steven Spielberg ed basato sull'omonimo romanzo di H. G. Wells e l'adattamento radiofonico di Orson Welles, nonché remake del film di Byron Askin. Il film è essenzialmente fedele al romanzo, sia dal punto di vista contenutistico che dal punto di vista descrittivo dell’aspetto degli alieni e dell’invasione marziana. Ciò che cambia è l’adattamento sociale, presente è lo spettro degli attacchi terroristici dell’11 settembre e i cambiamenti sociali e familiari che turbano il protagonista. La guerra dei mondi, nel suo adattamento radiofonico del 1938 e nella sua versione cinematografica del 2005, costituiscono efficace metafora di due momenti cruciali della storia: l'imminente aggressione nazista, con la seconda guerra mondiale, il terrorismo globale di matrice islamica. Non è un caso se, all'inizio del film, Robbie, figlio di Ray, chiede al padre con ansia se sono sotto un attacco terroristico. La stessa emersione delle astronavi aliene dal sottosuolo e lo sgomento e il terrore che suscita può essere letta come metafora della scoperta di un terrorismo insabbiato e incistato nel sottofondo delle società occidentali, che si risveglia.
Il film è impressionante dal punto di vista del coinvolgimento visivo, grazie ad effetti speciali imponenti, ma nonostante la tecnica a disposizione e il regista d’esperienza e fama riconosciuta, l’opera non riesce ad avvicinarsi né al romanzo né alla trasmissione radiofonica. È un’opera chiusa con un finale particolarmente netto e consolatorio, inoltre è prvo di quella dimensione di critica sociale che conteneva il romanzo di Wells.

La guerra dei mondi da opera aperta a opera chiusa
Il romanzo di Wells rappresenta quindi il tentativo da parte dell’autore di profilare un’altra realtà immaginabile all’interno del libro, e quindi lascia aperta la possibilità al fruitore dell’opera di immaginare come sarebbe stato il romanzo se i marziani non fossero morti a causa dei virus. Questa dimensione di apertura non viene considerata nel film di Spielberg, che è un adattamento esteticamente fedele del romanzo, ma totalmente mancante di questa dimensione di libertà d’immaginazione da parte dello spettatore. Paradossalmente la forma cinematografica che dovrebbe stimolare l’immaginazione del fruitore mostra una confezione esteticamente attraente ma poco coinvolgente. Coinvolgimento che invece è cardine dell’ opera di Welles che con la sua trasmissione radiofonica coinvolse milioni di persone in una grandiosa opera aperta in cui il pathos dell’attore diviene il pathos dell’ascoltatore, in cui l’irreale diviene più reale del reale.

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